Tartaro sui denti: come si genera e come rimuoverlo.
Il nostro cavo orale è un sistema molto importante e delicato, utile per funzioni diverse e alquanto vitali, basterebbe solamente pensare alla masticazione e alla respirazione. Purtroppo se non viene adeguatamente attenzionato attraverso una igiene orale opportuna è soggetto a insidie patologiche di varia natura, una di queste è il tartaro sui denti.
Quest’ultimo è causa di alcuni problemi che affronteremo in questo articolo, mantenendo il focus sulla sua origine, cause, sintomi e prevenzione. Inoltre, approfondiremo la nostra analisi anche su una nuova metodologia adottata dallo Studio Sicor, la GBT (Guided Biofilm Therapy), della Ems Dental, in merito alla detartrasi, ovvero la rimozione del tartaro dai denti.
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Cos'è il tartaro?
Il tartaro dentale è un deposito di composti minerali, formato in gran parte da fosforo, calcio e sodio e in piccola parte da altre sostanze diverse. Al tatto si presenta ruvido e compatto; può essere di colore bianco, giallo, marrone, fino arrivare al nero nei casi più gravi. Il suo campo di azione si concentra, soprattutto, nella zona sopragengivale (il classico tartaro tra i denti) e sottogengivale (il tartaro sulle gengive) dove i batteri, cementificati dal calcio, possono attecchire e formare una tipica patina antiestetica.
Ricordiamoci, comunque, che esistono vari rimedi naturali contro il tartaro come il bicarbonato, l’aloe vera, l’uso corretto dello spazzolino da denti o il non fumare. Tuttavia andare dal dentista è fondamentale, almeno due o tre volte l’anno, per un’indispensabile igiene dentale e per prevenire il tartaro sui denti. Quindi, un antitartaro naturale potrebbe anche essere utile, per una dovuta prevenzione e coadiuvare una corretta pulizia dei denti a casa, ma a lungo andare potrebbe rivelarsi un palliativo. Infatti delle visite con una frequenza stabile al nostro dentista di fiducia devono essere la linea da seguire per una giusta risoluzione del problema o di un altro disturbo dentale in generale.
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Come si forma il tartaro sui denti?
La formazione del tartaro ai denti avviene quando i residui di cibo si aggregano ai batteri e ad altre sostanze presenti nel nostro cavo orale. Dall’unione di questi elementi però nasce la placca dentale. Ma cos’è la placca dentaria? È un insieme di acidi, proteine, zuccheri salivari e batteri che forma una pellicola dentale (un biofilm), inizialmente trasparente o giallognola, ma che con il passare del tempo può assumere colorazioni come il marrone o addirittura più scure, sintomo di un tartaro nero. La placca, quindi, se non attenzionata a dovere, per l’appunto, può trasformasi in tartaro dei denti e provocare dei disturbi non proprio piacevoli.
Tartaro ai denti: cause.
Il processo di formazione del tartaro, come abbiamo già detto, ha come responsabili i batteri e altre sostanze contenute nella saliva. Il processo in questione porta quindi la placca a mineralizzarsi (calcificarsi) e conseguentemente a formare delle cosiddette concrezioni calcaree sui denti (tartaro sopragengivale), nei solchi gengivali (lo spazio tra denti e gengive) e all’interno delle gengive (tartaro sottogengivale). Tutto ciò, ahinoi, ha delle conseguenze abbastanza antipatiche. Comunque, nulla di irrimediabile e definitivo; basta seguire un’attenta prevenzione dentale e al limite una possibile cura per eliminare il tartaro. Ma adesso vediamo nel dettaglio le cause più comuni relative a questa patologia dentale:
- natura della saliva prodotta (PH e composizione chimica);
- scarsa igiene orale;
- assunzione eccessiva di cibo e bevande zuccherate;
- eccessiva secchezza della bocca (xerostomia);
- assunzione di psicofarmaci o antidepressivi;
- radiazioni (radioterapia);
Tartaro sui denti: sintomi.
Come per le cause, il tartaro ha sicuramente dei sintomi. Essi possono variare dall’entità del problema, ossia dalla presenza o meno dell’inconveniente all’interno del cavo orale e soprattutto dal grado di trascuratezza a cui è stata sottoposta l’affezione. Anche qui di seguito un’analisi in dettaglio dei sintomi più comuni:
- alitosi;
- smalto macchiato;
- carie dentaria;
Invece se malauguratamente fossimo in presenza di tartaro sottogengivale in uno stadio avanzato, i sintomi potrebbero essere ben più rilevanti e intensi:
- prurito alle gengive;
- gonfiore e arrossamento delle gengive (gengivite);
- gengive sanguinanti;
- recessione gengivale;
- tasche parodontali (parodontite);
- allentamento dei denti;
- caduta dei denti.
Come evitare la formazione del tartaro.
Non ci stancheremo mai di ribadirlo: il must da perseguire, sempre e comunque, è un’ottima igiene orale, almeno due volte al giorno. Inoltre per pulire i denti dal tartaro in maniera efficace è opportuno:
- usare un buon spazzolino da denti, meglio se elettrico,
- usare diligentemente il collutorio;
- utilizzare in modo corretto il filo interdentale;
- utilizzare per la pulizia del tartaro anche lo scovolino;
- prenotare delle sedute di detartrasi con il proprio dentista;
- seguire una sana e corretta alimentazione con frutta e verdura, priva di additivi zuccherati.
Come rimuovere il tartaro sui denti efficacemente con Studio Sicor.
Lo studio dentale Sicor mette sempre al centro la soddisfazione dei propri pazienti utilizzando i migliori strumenti per l’odontoiatria e l’igiene dentale. Infatti, lo studio ha recentemente introdotto un metodo innovativo e indolore per la rimozione del biofilm dai denti, tessuti molli e impianti. Si tratta della Guided Biofilm Therapy, dell’azienda svizzera Ems Dental, un protocollo tecnico di cura a 360°, all’avanguardia ed efficace, contro varie patologie dentali. Tra le diverse cure possibili, attraverso il protocollo e i suoi strumenti tecnici, vi è anche, per l’appunto, l’ablazione tartaro o, ad esempio, la pulizia sottogengivale.
Con questa procedura, infatti, si può dire addio ai classici strumenti come le doloranti coppette di gomma, agli spazzolini e alle paste abrasive per raschiare il tartaro. Ma come funziona praticamente? Il paziente viene seguito interamente dall’ascolto/diagnosi, fino ad arrivare al controllo/richiamo post intervento medico. Un protocollo, quindi, che abbraccia e coccola il paziente affinché lo si renda felice e appagato.
Ma per rendere meglio l’idea ecco come spiega brevemente la Ems Dental sul suo sito: “GBT rientra in un concetto più ampio di prevenzione globale per preservare la salute orale del paziente, facendolo sentire bene. Gli igienisti dentali sanno che la pulizia tradizionale può rivelarsi un’esperienza dolorosa. Per questo motivo i pazienti potrebbero non tornare per gli appuntamenti successivi. Ora, dopo quasi cinquant’anni, è arrivato il momento di cambiare. Rivoluzione! Salute parodontale: per una vita migliore!“
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