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Impianti dentali, la parola al Dott. Abundo di Studio Sicor

Il Dottor Abundo ha recentemente rilasciato un’intervista, pubblicata sul portale dell’Ansa, nella quale fa il punto sugli impianti dentali: quante persone vi ricorrono, cosa determina il successo dell’intervento, quali progressi sono stati fatti in merito ai materiali e cosa possono fare medico e paziente per prevenire le minacce, anche nel lungo periodo, che incombono sull’impianto? Ecco tutte le risposte, contenute nell’intervista.

Chi è il Dottor Roberto Abundo?

Tra i numerosi professionisti con cui il nostro Studio ha l’onore di collaborare, il Dottor Abundo ricopre un ruolo davvero importante: Direttore Scientifico di Studio Sicor, specialista in Parodontologia e Implantologia. Oltre ad aver ricoperto la posizione di Professore a Contratto all’Università di Torino e di Adjunct Professor all’Università della Pennsylvania, Abundo è stato responsabile del corso di aggiornamento in Parodontologia della Humanitas University. Attualmente è socio attivo di S.I.d.P. (Società Italiana di Parodontologia e Implantologia) e di I.A.O. (Italian Academy of Osseointegration), oltre che coordinatore scientifico di DentalmedTV.

Implantologia: tra novità e consigli sempre utili

Alla luce della grande competenza del Dottor Abundo e delle importanti cariche che ricopre in ambito scientifico, non è difficile intuire l’importanza della sua intervista rilasciata all’Ansa, nella quale fa il punto sul presente degli impianti e descrive quali sono i fattori di successo nel breve e nel lungo periodo, oltre a dare consigli sempre utili in materia. Molto interessante è il focus sui progressi tecnologici che hanno consentito l’applicazione di nuovi materiali all’implantologia.

Sempre più persone si affidano all’implantologia dentale

Si stima che circa 15 milioni di italiani siano portatori di almeno un impianto dentale e che siano in media 2,5 milioni le realizzazioni annue nel nostro Paese. Non si tratta quasi mai di soluzioni standard, ma di interventi appositamente progettati in base al caso singolo.

L’importanza del concetto di osteointegrazione

La buona riuscita dell’impianto dentale dipende dalla così detta osteointegrazione, ovvero dalla capacità delle cellule dell’osso mascellare di proliferare a contatto con la superficie implantare, creando un legame biologico, un’integrazione, appunto, in grado di sostenere la masticazione. A conclusione del processo di osteointegrazione, che può durare alcuni mesi, gli impianti sono come delle vere radici, protette dalla gengiva.

I rischi dell’impianto nel lungo periodo

Una volta concluso il processo di osteontegrazione, l’impianto è riuscito e si può procedere al posizionamento della corona. Tuttavia, le minacce nel lungo periodo, per un impianto, non sono certo minori rispetto ad un dente naturale. Placca, tartaro e infiammazioni rappresentano nemici silenziosi in grado di minare l’esistenza stessa dell’impianto. “Progressivamente – spiega Abundo – infiammazione e placca possono scendere in profondità, provocando un riassorbimento osseo che mina la stabilità delle radici, siano esse costituite da denti naturali o da impianti. La colonizzazione delle superfici degli impianti da parte dei batteri presenti nella placca può, però, essere ancora più pericolosa e rapida rispetto a quanto accade con i denti naturali.”

Il progresso nell’ambito dei materiali

Come spiega il Dott. Abundo, gli impianti sono ormai quasi tutti realizzati in titanio. Col tempo, l’utilizzo di questo materiale, così importante affinché avvenga l’osteointegrazione, è molto mutato, passando da superfici lisce a quelle più ruvide, ancora più attrattive nei confronti alle cellule ossee. Tuttavia, questa caratteristica del materiale si è rivelata anche in grado di attrarre i batteri, aumentando, così, il rischio di sviluppo di perimplantiti.

 “La ricerca scientifica – prosegue Abundo – mostra, però, come non tutti i tipi di rugosità aumentino tale rischio in proporzione all’aumentare della capacità di attrazione per il tessuto osseo”. Abundo fa particolare riferimento ad uno studio clinico del 2010, poi confermato da un altro del 2020 condotto dall’Università di Porto Alegre in Brasile, che dimostra come alcuni materiali appositamente trattati siano in grado di legare le cellule ossee, senza attrarre i batteri.

Il dott. Roberto Abundo, durante il suo intervento, in occasione di “Applicazioni cliniche dell’odontoiatria multidisciplinare”, importante evento formativo tenutosi l’11 febbraio 2023, a Torino.

Consigli sempre utili per mantenere impianti sani e a lungo

Gli studi ed i progressi sui nuovi materiali sono molto interessanti, ma i consigli su come realizzare e mantenere sani nel tempo gli impianti sono sempre validi. Ecco le parole di Abundo, rivolte sia ai dentisti, sia ai pazienti, che, in fatto di impianti, stipulano un vero e proprio patto di reciproco impegno: “Da un lato il dentista deve essere in grado, in base alle evidenze scientifiche, di selezionare l’impianto da usare sul singolo paziente per ridurre il rischio di complicanze. Dal canto suo, il paziente deve avere cura della salute delle proprie gengive attraverso una scrupolosa igiene orale e un periodico controllo professionale“.
Si tratta di buone pratiche senza tempo che valgono, in fondo, sia per la salute degli impianti, sia per quella dei denti naturali.

In Studio Sicor, puntiamo sempre al mantenimento dei denti naturali, ma quando questi non ci sono più o non possono essere salvati, l’implantologia è una delle opzioni più avanzate per ripristinare l’estetica e la funzionalità dei denti.
Rivolgiti a noi, con la tranquillità di poter contare su professionisti di fama internazionale come il Dottor Abundo.

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